A volte le parole non arrivano a narrare tanta bellezza.












Firenze è la città dell’arte. Visitarla è fonte di continue scoperte, di emozioni, in un misto di storia, poesia, sentimento.
Firenze fu la culla del Rinascimento. Vederla e rivederla è l’ispirazione di un modello da riproporre, rivisitato nel quadro delle potenzialità tecnologiche del ventunesimo secolo, per riportare l’Italia sui sentieri dello sviluppo. La bellezza salverà il mondo.
A volte le parole non arrivano a narrare tanta bellezza.
I giardini di Boboli sono una delle tappe obbligate nella visita a Firenze.
Grandi ed eleganti viali ghiaiosi tra le aree a verde e monumenti a ogni angolo.
Le grotte conquistano con la loro suggestione. La veduta verticale, dall’alto in direzione della vasca del Nettuno e l’uscita verso Palazzo Pitti, oltre la quale si coglie una panoramica dei tetti del centro fiorentino, restituisce tutto il fascino dell’antica città medicea.
Passeggiare è piacevole, ammirando le statue e beandosi delle siepi di un verde caldo e allegro.
Peccato che l’accesso al forte Belvedere sia chiuso già da un po’, come altrettanto chiuso è, nella zona museale, il corridoio vasariano.
Speriamo che presto torni possibile percorrere quel corridoio e godere della vista dal forte.
Per ora ci accontentiamo di uno scorcio da cui si intravedono la cupola del Duomo e la torre Arnolfo che si alza dal Palazzo Vecchio.
Ridiamo del Bacchino, con la sua esagerata pinguedine, prima di rientrare nella corte di Palazzo Pitti.
Pronti per le altre meraviglie che ci attendono, a partire dalla splendida Galleria Palatina, i cui dipinti soverchiano, per bellezza e quantità di tele eccelse, la dotazione di molti musei ben più vasti e celebrati.
Meraviglia ogni volta. Firenze non finisce di stupire ed estasiare. Dopo la Galleria Palatina di Pitti, tripudio della pittura, ecco il Museo del Bargello, che racchiude lo splendore della scultura. Se la sala di Donatello delizia, dopo il passaggio tra gli uccelli stagliati alla balconata, riservare la sala di Michelangelo per concludere nella bellezza restituisce l’emozione nella plasticità delle forme, vive e dinamiche, solenni e infinite. Le parole sono davvero insufficienti a rendere le vibrazioni estetiche che raggiungono il profondo dell’anima e interrogano l’intelletto.