A.Ca.b, solidarietà d’autore

Promuovere un proprio libro, per autori pubblicati da piccole case editrici, non è davvero facile.

Per la verità, quando non si è noti, anche uscire presso un grande editore non garantisce nulla.

Si innesta un circuito perverso, nel quale c’è grande spazio per libri di personaggi popolari per ragioni extraletterarie (sportivi, influencer, divi delle TV e così via), mentre autori “puri” restano ai margini finché non acquistano (per bravura o per caso) una base di notorietà.

Inoltre, in un mercato asfittico come quello italiano – in Italia si legge davvero poco – proliferano gli scrittori autopubblicati o pubblicati da editori a pagamento.

Risultato: il 30% dei libri pubblicati non vende nemmeno una copia. Ovviamente nel circuito ufficiale, delle librerie e degli store on line, perché non sono considerate le copie acquistate dagli autori e rivendute (o regalate) ad amici e conoscenti.

Gli autori ai margini del mercato finiscono spesso per farsi concorrenza, ignorarsi, isolarsi nella caccia a un lettore in più, coltivando una malcelata superbia.

Insieme ad alcuni amici, anche in virtù della pubblicazione per una medesima editrice, abbiamo deciso di rovesciare questo paradigma. Di fare solidarietà e reciproco sostegno invece che competizione individualista.

Intendiamo promuovere congiuntamente i nostri romanzi. Non conta che siano diversi per genere e contenuto.

Abbiamo cercato un nome per la nostra piccola comunità. Un nome che simboleggiasse ciò che ci unisce.

Questo nome è A.Ca.b.

Achab (con l’acca) è uno dei personaggi più emblematici della storia della letteratura: il capitano cui Melville affidò la sfida inesauribile contro la balena bianca.

Noi, togliendo l’acca, ne abbiamo fatto un acronimo.

A sta per “anima”, perché nello scrivere ci caliamo senza riserve in ciò che sgorga dal profondo del nostro sentire.

Ca sta per “Carta”, il supporto che ha consentito il superamento della tradizione orale, rendendo riproducibile e largamente fruibile il testo scritto. Ancora oggi il profumo d’inchiostro e il fruscio delle pagine sfogliate dona il brivido romantico che scatena l’emozione del rapporto tra il lettore e l’autore. Un fascino che la modernità non riuscirà a cancellare.

b (rigorosamente minuscolo) sta per “bit”, la particella elementare dell’informazione, base della rivoluzione digitale. Quella che, per chi scrive, ha potenziato in misura esponenziale le modalità di lavoro: le correzioni, la collocazione degli appunti, il confronto tra versioni, l’incastro delle trame, fino all’editing finale, ne traggono formidabile aiuto.

Ecco rivelato il nostro “nome collettivo”

A – Anima

Quella che attraversa gli spazi del mondo e quelli interiori. La cifra emotiva che genera le nostre storie

Ca – Carta

Perché sulla carta si fermano pensieri, idee, narrazioni. Affinché possano essere condivise, godute, ricordate, strappate.

b – Bit

L’unità elementare dell’informazione, nell’universo digitale che ci spinge a usare la tastiera più che la penna per raggiungere gli altri.

Non siamo scrittori professionisti.

Ci siamo messi in gruppo per superare lo stucchevole narcisismo di chi scrive e pensa poi a vendere qualche copia in più facendo da sé e sgomitando con gli altri autori.

L’unione fa la forza, se il messaggio va oltre l’affermazione individuale.

Come, per noi, invitare a leggere, nel rispetto ed esaltazione delle diverse ispirazioni.

Con in comune la passione di scoprire quel che sgorga dal sentire senza filtri, offrendolo a chi vorrà leggerlo.

Debutteremo a fine agosto in una presentazione comune in un bagno di Viareggio, con la simpatica e stimolante partecipazione di due book blogger.

Un esperimento, ma soprattutto un paradigma di approccio alla nostra passione letteraria,

A cosa diamo la caccia, qual è la sfida, il nostro Moby Dick?

Il gusto della lettura.

Un libro apre la mente e scalda il cuore.

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