Dal molo d’attracco della nave da crociera alla città vecchia è una passeggiata di pochi minuti.
Per questo, è sconsigliabile accettare le offerte di tour che sommergono gli ignari turisti in arrivo all’uscita del terminal portuale, siano esse di trenini o risciò o altro. Non fanno risparmiare tempo né energie, ma spillano denaro per un presunto avvicinamento ai luoghi di interesse e per sommarie informazioni storico-culturali.
Nella città vecchia i poli d’attenzione sono raccolti in un fazzoletto.
Per prima la cattedrale di San Nicola, di stile romanico, edificata per raccogliere il corpo mortale del santo, che è tale sia per i cattolici che per gli ortodossi. La chiesa, infatti, ospita riti di entrambe le religioni. Imponente e austera, contiene il baldacchino di marmo più antico di tutta la Puglia: un ciborio posto sull’altare centrale.
L’altra cattedrale, dedicata a San Sabino, è quasi altrettanto antica e anch’essa di stile romanico, con l’icona della Madonna dell’Odegitria, che da il nome alla piazza che ospita il tempio.
Il Castello Svevo ha il profilo squadrato e rude di una fortezza romanica, ricostruito dagli Svevi, da cui deriva la sua denominazione. Purtroppo le mura non sono in sicurezza e ne è preclusa la visita.
Comminare tra le strette vie della Bari vecchia è scoprire un microcosmo di negozi e attività tradizionali, come quella – celebrata dal turismo – delle signore che tirano a mano la pasta fatta in casa per trarne, con abili movimenti di coltellini, le famose orecchiette pugliesi. Ci colpisce in particolare una graziosa piazzetta, detta Largo Albicocca e dedicata agli innamorati. D’obbligo un selfie per le coppie che fanno rivivere ogni giorno il loro amore, come Anna e Giorgio.
Poco oltre il confine tra la Bari vecchia e la Bari nuova abbiamo le vie eleganti con i negozi delle firme luxury, sotto palazzi tra i quali sfilano belle sagome liberty. Da segnalare quelle di Palazzo Fizzarotti e di Palazzo Mincuzzi.
Poco più centrale si può ammirare l’ingresso dell’Università Aldo Moro, intitolata al tormentato leader che si interrogava e cercava nuovi equilibri politici nel dopoguerra, fino a finire nel mirino spietato delle Brigate Rosse.
La via Sparano si chiude nel piazzale Aldo Moro, di fronte alla stazione centrale delle ferrovie, linda e ordinata.
Tornando verso la città vecchia, percorriamo viale Cavour, con altre costruzioni liberty che conducono fino al Teatro Petruzzelli, alle sedi della Banca d’Italia e della Camera di Commercio, e infine al Teatro Margherita.
La nostra passeggiata si è conclusa e possiamo riattraversare la città vecchia e poi tornare verso il porto.
Nelle orecchie ci risuona il tipico dialetto locale, con le sue simpatiche cantilene.




















