Jamaica – Musica e allegria



NOTE DI VIAGGIO
A seguire pubblico sensazioni, ricordi e impressioni dalla mia crociera intercontinentale.
Giorno dopo giorno, narrerò di luoghi sempre diversi.
Ogni articolo sarà corredato delle fotografie per me più significative, perché illustrano ciò che mi colpì o evocano le emozioni che vissi. Anche in relazione alla singolarità di ogni esperienza, il corredo visivo varierà di estensione e contenuti. Voglio chiarire che l’interesse, la bellezza e l’intensità passionale dei luoghi non è proporzionale al numero delle fotografie dei vari articoli.
Questa nota aprirà ogni articolo e mi scuso con i lettori se verrà a noia. Per evitarlo, basta saltarla!

La Giamaica è terra di contraddizioni. Qui la povertà c’è e anche in una visita turistica affrettata si percepisce nello sfilare delle bidonville a lato delle carreggiate che il nostro bus percorre.

Nonostante questo, il tratto distintivo, come per altri popoli caraibici e sudamericani di origine africana, cielo, mare e sole generano una cultura orientata a vivere con allegria.

Il tempo, come lo conosciamo nelle società industriali e postindustriali, qui non ha senso. Minuti o ore non misurano i momenti, che sono tutti vissuti in un eterno e dilatato presente.

Jamaica no problem è uno slogan per i turisti che trova radici nell’atteggiamento dei residenti locali.

Si canta, si balla, si cerca d’esser felici. Anche solo con quel che si ha.

I dieci minuti nei quali l’autista promette di portarci al catamarano che ci aspetta sono in realtà oltre un’ora, con tanto di imbottigliamento nel traffico in prossimità di un punto di gran richiamo turistico. Ma non fa nulla. Si canta e si ascolta il racconto della voce calda e lievemente roca del nostro driver e le sue esortazioni a sentirci, per questo giorno, una grande famiglia felice, in pieno spirito giamaicano.

Anche in Giamaica la natura offre incantevoli giochi di palmizi, di fiori, di vie che costeggiano strette rive affacciate sull’azzurro intenso e cangiante del mare.

Le cascate del fiume Dunn deludono per quanto l’iconografia turistica le aveva esaltate.

Di altezza esigua e profondità limitata non emozionano gran ché.

La spiaggia sottostante è amichevole e suggestiva, con le sue acque invitanti.

Il pezzo forte della gita, per noi, è il rientro sul catamarano.

Seduti sulla prua, veniamo schiaffeggiati dagli spruzzi delle onde che alzano e scuotono simpaticamente il battello.

In mano stringiamo il bicchiere con il punch al ruhm del quale ci deliziamo. La musica ci circonda e muove alla danza, nel precario equilibrio sul ponte oscillante.

Divertimento puro.

Reggae ma non solo.

Poi si deve rientrare, con nel sangue quel ritmo e la bellezza di un popolo e della sua terra assolata e ventosa.


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