Bellezza e vigore del Carnevale

Il viale è già animato nelle due direzioni. Pieno Carnevale!

L’inizio del Carnevale è un giorno vibrante di attesa ed emozioni.

Sabato 9 febbraio.

Viareggio si ferma e si precipita sul viale a mare per assistere alla prima sfilata dei carri e delle maschere.

La pioggia bagna il piazzale poco dopo il mezzodì. C’è apprensione e si fanno gli scongiuri.

Le più belle speranze saranno premiate.

Il cielo resterà grigio e minaccioso, ma smetterà di piangere le sue lacrime sulla folla. La sfilata potrà scorrere, iniziando in anticipo e rallentando i ritmi, così che con un solo giro si arrivi fino alla vigilia dello spettacolo pirotecnico della sera.

Si bagnano majorettes e orchestra, poi i carri e le maschere scamperanno all’acquata.

Si perde la possibilità di vedere i colori delle costruzioni nella luce vivida del sole e gli ultimi arriveranno su piazza Mazzini (o meglio: sul piazzale delle Maschere) con le luminarie tutte accese.

Ma anche così possiamo godere delle invenzioni e della varietà offerte dagli artisti della cartapesta, eredi dei maestri d’ascia che un tempo allestivano gli scafi in legno delle navi.

Per me è il terzo anno.

Ormai sento il clima nervoso e gioioso che prepara l’avvenimento. I coriandoli che prendono a scorrere più veloci nel sangue, come si rappresentano i nativi di Viareggio.

Per loro il Carnevale si vive dall’interno (sui carri o nelle coreografie, o nelle mascherate che sfilano) o comunque con un rapporto quasi fisico con le creazioni, restando sul viale, vicinissimi alle stesse.

Io percepisco e sono coinvolto dall’evento, dalla stagione carnascialesca, ma resto a relativa distanza, cogliendone il lato artistico prima che quello scherzoso.

Per questo, come ogni anno, da quando scelsi di vivere in questo splendido angolo tirrenico, prenoto una fila alta della tribuna e osservo con stupita ammirazione lo scorrere delle opere e i gruppi danzanti che integrano e impreziosiscono i carri più grandi.

Questo 2019 può vantare un livello davvero elevato delle proposte. Oltre ai carri di prima categoria, ricchi ed elaborati, colpisce la qualità dei carri di seconda categoria, tutti e cinque degni della categoria superiore.

L’emozione della metafora: Frida Kahlo con l’indice puntato contro il nemico del progresso Trump

Rinvio al successivo pezzo le mie personali valutazioni (che interesseranno soltanto quelli che il Carnevale di Viareggio l’hanno visto o vedranno) che si inseriscono nel dibattito subito acceso, con toni di autentico “tifo”, nella comunità locale.

Quel che ha valore universale è la capacità di questa festa briosa e variopinta di scuotere anche i più compassati spettatori.

Finché non venni in questa città il Carnevale per me era rumore e quasi fastidio, mal sopportavo il “dovere di divertirsi”.

A Viareggio tutto è cambiato e la bellezza e il vigore del Carnevale si sono impadroniti anche del mio spirito.

La sfilata dei carri è una grande recita collettiva. Ci si trovano qualità estetica, perizia meccanica, fantasia creativa, partecipazione di gruppo. Non sempre la satira è all’altezza, non sempre i contenuti riescono a tradursi nei profili, nelle animazioni e nelle scenografie. Ma questo non è importante. Il contenuto è soprattutto pretesto per rappresentare la forza dell’estro inventivo unito alla maestria artigianale.

Forse si esagera a definirlo il Carnevale più bello del mondo, ma innegabilmente è il Carnevale nel quale la passione si alimenta al culmine dell’accuratezza.

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