Scienziate nella fisica e nella storia – Spettacolo teatrale

11 marzo 2022, unica data: spettacolo gratuito all’auditorium Caruso del Teatro Puccini di Torre del Lago.
Va in scena una recita drammatica, ideata da un gruppo di ricercatrici della Sezione di Torino dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Università di Torino.
Un gruppo di lavoro appassionato e coeso ha permesso di passare dalla progettazione alla realizzazione di uno spettacolo carico di contenuti, intenso e coinvolgente.
Il dramma si intitola La forza nascosta.
Sulla voce recitante di Elena Ruzza (coautrice del testo con Gabriella Bordin) e l’intervento del soprano Fé Avouglan, si snoda attraverso il racconto dell’esperienza di quattro scienziate che portarono fondamentali scoperte nella fisica, mai pienamente riconosciute per i loro meriti, talora discriminate, sempre messe in ombra dalla prevalenza supponente della superiorità maschile nel campo della ricerca scientifica.
Quattro storie che presentano scoperte nelle quattro forze della natura: gravità, elettromagnetica, debole e forte.
Si inizia con Vera Cooper Rubin, astronoma americana, cui seguono Marietta Blau, fisica nucleare austriaca, Chien-Shiung Wu, fisica nucleare cinese, Milla Baldo Ceolin, fisica delle particelle italiana: sono nomi che il pubblico non conosce, donne che affermarono la loro intelligenza e dedizione in minuziose attività di ricerca che diedero contributi essenziali allo sviluppo della conoscenza della fisica dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo. Scoperte che influiscono nella nostra vita quotidiana, essendo base di applicazioni di tecnologia avanzata. Nessuna tra esse ebbe i riconoscimenti che meritava. I loro colleghi ne utilizzarono la competenza e la puntigliosità, talora sfruttandone le idee e usurpandone il vanto. Ma esse non rinunciarono: sono parte di quell’immenso patrimonio che è la forza nascosta. Quella delle donne scienziate, che vive in parallelo alle forze nascoste della natura che governano le leggi, non ancora interamente svelate, della fisica.
Lo spettacolo è un omaggio a queste eroine discrete e straordinarie.
Sotto il profilo teatrale un allestimento povero di mezzi riesce ad avvincere gli spettatori giocando nella coreografia disegnata dallo spostamento continuo di sbarre verticali luminose, che alla fine si comporranno in una stella.
La recita di Elena Ruzza è avvolgente, punge e slancia il testo tra il melodioso racconto della vita difficile delle protagoniste e l’alto strepito dei passaggi sulle loro scoperte.
La voce della soprano è acuta, vibrante, seducente.
Il tutto accompagnato da una colonna sonora con musica che spazia dalle sinfonie del Novecento alla lirica, alternando Casta Diva a Schönberg e Ravel, interpretata al pianoforte da Diego Mingolla.
Onore al merito del collettivo che ha pensato, redatto e rappresentato questo bel dramma.
Purtroppo, si trattava di una recita unica sul territorio della Versilia, che seguiva precedenti esperienze in Piemonte e altre regioni. C’è da augurarsi che riprendano la tournée, così consentendo a chi non ha colto l’occasione dell’11 marzo di assistere a uno spettacolo che induce alla riflessione, incuriosendo sui misteri e le risposte della scienza, ma anche sulla necessità di portare una vera parità di genere nel mondo ancora in parte legato a un’ottica patriarcale della ricerca scientifica.
Perché le donne sono l’altra metà del cielo e non conosceremo mai la verità delle stelle e del cosmo (infinitamente grande), né quella dell’universo subatomico (infinitamente piccolo) senza il lavoro, l’attenzione, la perseveranza e la sensibilità delle donne.