Entra nel petto mio, e spira tue
sì come quando Marsia traesti
de la vagina de le membra sue.
(Dante: Divina Commedia, Canto I, versi 19-21)
I sileni sono creature mitologiche spesso confuse con i satiri.
La più accreditata ricostruzione della mitologia greca identifica i sileni come divinità dei boschi, dediti a culti bacchici e dionisiaci, avendo come corrispettivi femminili le ninfe.
L’aspetto dei sileni è teriomorfo, aggiungendo all’umano la coda e le zampe equine. Da essi si differenzieranno i satiri, con forme caprine negli zoccoli e nella coda, cui si aggiungono corte corna.
L’arte antica finì per privilegiare proprio i satiri, la cui natura irriverente e mordace meglio si prestava alle sculture e ai dipinti.
Tra i sileni, tuttavia, Marsia ispirò diversi artisti, anche di gran fama.
Come Dante, che ne accenna al I canto della Divina Commedia, riportato in epigrafe.
Marsia è noto nella letteratura mitologica per aver raccolto il flauto che Minerva inventò e poi disprezzò e per averne fatto uno strumento dolce ed eccelso.
Apollo, cui giunse la fama del sileno, mal sopportandone la presunzione, lo sfidò e infine lo vinse. Per scommessa, poté farne ciò che voleva e lo scorticò vivo.
Questa storia fece di Marsia il soggetto di varie opere d’arte.
Tra esse, eccone alcune di quelle più notevoli.

Copia in marmo di età ellenistica
Museo del Louvre – Parigi

Attribuito a Paolo Veronese (1528-1588)
National Gallery of art – Washington DC

Luca Giordano (1559-1660)
Museo di Capodimonte – Napoli

Tiziano Vecellio (1570-1575)
Museo Arcivescovile di Kroměříž, Rep. Ceca

Jusepe de Ribera (1637)
Museo di Capodimonte – Napoli

Balthasar Permoser (1680-1685)
The Metropolitan Museum of Art, New York, Rogers Fund and Harris Brisbane Dick Fund, 2002