


Ritirato il premio, rifletto sulle ispirazioni del mio primo romanzo. Come nacque, quale viaggio mi rapì in un mondo che nasceva e trovava logiche sue, anche diverse da come inizialmente le avevo pensate e immaginate.
Quella targa che ne testimonia il valore mi sprona ad andare avanti.
Torno a casa e la metto vicino alla bozza di copertina del secondo romanzo, che scalpita per andare in libreria e che presto uscirà per Parallelo45 Edizioni.
Il commissario Gabuzzi, promosso vicequestore a Firenze, si delinea ormai con la sua personalità di profiler.
Altre avventure lo attendono e sono già pronte in bozza.
Scrivere è esprimere quel che ci nasce dentro. Per sé stessi, per liberare sentimenti e pensieri. Ma anche, quando si esce in pubblicazione, per donare ai lettori emozioni, solleticare curiosità, proporre riflessioni.
La passione diventa entusiasmo, quando ci si sente parte di una comunità di spiriti liberi che nelle parole, nel renderle poesia o narrativa, cercano la profondità dell’essere e la voglia di comunicare senza veli o infingimenti.
Quel vento che scelsi di prendere, con la mia adorata Anna, venendo a vivere a Viareggio, ora lo sento nelle vele. A spingermi sul mare della vita.
Così mi preparo per l’occasione conviviale della cena, dove l’arte e l’amicizia apriranno nuovi orizzonti.
Con gli auspici che mi offrono l’incendio del tramonto dietro le nubi sul mare e la dolce illusione di toccare la luna.


